ANDRE’ DERAIN: Genio del colore

di Francesco Buttarelli.
Un personaggio poliedrico che può essere considerato a ragione come una delle voci artistiche più audaci tra le avanguardie del primo novecento. Precursore del classicismo degli anni venti e trenta, Derain si colloca come una “figura chiave” nella storia dell’arte moderna. Il suo modo di dipingere ed osservare il mondo era iniziato attraverso modalità diverse. Inizialmente dipingeva paesaggi del lungo Senna con colori puri, non mescolati, usando toni raffinati e scelte cromatiche audaci; l’artista ritiene di poter fare a meno “dell’esuberanza” dei colori disposti nella classica armonia della composizione tramandata dai maestri antichi.
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L’amicizia con Henri Matisse lo convincerà a dedicarsi verso una pittura di ricerca e rivoluzione (in una monografia scritta da Carlo Carrà nel 1921, anno in cui Andrè Derain soggiornò a Roma a Castel Gandolfo, l’artista viene ricordato come un profondo conoscitore dei maestri italiani del Rinascimento). Insieme a Matisse compirà un viaggio in Spagna ove incontrerà Georges-Daniel de Monfreid, passato alla storia per essere stato il custode degli archivi di Gauguin; del grande artista assimileranno la composizione delle linee e l’uso del colore come espressione dello stato d’animo. Una sorta di esaltazione del colore sembra pervadere Derain, così le sue opere diventano un’occasione di ricerca di ciò che lui definirà “i segreti perduti” dei pittori antichi; tracciando così una via di sperimentazione formale che sarà seguita dai più grandi artisti dell’epoca. La critica contemporanea riconosce in Derain una personalità affascinante e complessa. Il suo temperamento innovatore lo portò ad assimilare in breve tempo il pensiero degli impressionisti sino a coinvolgerlo in quella rivoluzione che prenderà il nome di “Fauvisme”. Questi traguardi rappresentarono per lui solo un punto di partenza, la sua arte è rigenerazione, attraverso il pennello “interrogò” sempre i maestri del passato così da elaborare una formula originale contraddistinta da una forma di sensualità capace di rendere le sue figure ed i suoi nudi inconfondibili.
Nel dipinto “Barche a Colliure” osserviamo, sul molo che si protende curvo sul mare, muoversi veloci alcune figure umane; bagnanti,turisti e abitanti di Colliure. Ancorate alla banchina vi sono imbarcazioni con le vele abbassate mentre altre barche navigano verso il largo. Il colore ad olio risulta “steso” in modo veloce attraverso pennellate brevi e materiche.
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“Il Ponte di Charing Cross a Londra”, fu rappresentato diverse volte da Derain nel corso della sua vita, l’opera fu commissionata dal mercante Ambroise Vollard che convinse l’artista a recarsi a Londra per dipingere alcune vedute della città. Gran parte del dipinto è occupato dall’acqua del Tamigi mossa dalla corrente, si scorgono soltanto pochi edifici che si affacciano sul fiume; davanti ad essi si notano piccoli approdi con barche ordinatamente allineate. Oltre il ponte le sagome dei palazzi londinesi chiudono l’orizzonte mentre i fumi della città si disperdono nell’aria. L’artista usa in maniera libera i colori costruendo lo spazio attraverso l’uso sapiente del cromatismo. Scenario diverso nell’opera “Le Bagnanti”, un olio su tela che rappresenta un soggetto particolarmente ricorrente nella tradizione pittorica in ogni tempo. Il gruppo di nudi femminili ricorda le composizioni di Picasso, evidenziando al tempo stesso un recupero delle origini della tradizione classica europea. Derain sembra rivisitare stili e artisti diversi da Rubens a Tiziano sino a Giorgione. Singolare il dipinto “Ritratto di Henri Matisse”, Derain rappresenta l’amico Matisse frontalmente. Dal lato destro della bocca pende una lunga sottile pipa mentre una leggera montatura degli occhiali ne incornicia gli occhi. Matisse indossa un camice leggero privo di colletto. I capelli sono corti e lasciano scoperta la parte superiore della fronte. Il fondo risulta privo di figure. Il ritratto è stato realizzato con due colori in contrasto ma pur sempre complementari. Il volto, il collo e il fondo sono dipinti in arancione, mentre l’ombra del viso a sinistra e il camice sono blu e azzurri. La barba è invece realizzata con ampi tocchi di colore puro, rosso scuro e nero. Intensa la luminosità che il quadro rimanda, frutto di questa miscellanea di colori.