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“due minuti di arte”

IN DUE MINUTI VI RACCONTO LA STORIA DI FRANCESCO HAYEZ E DEL SUO BACIO PIU’ FAMOSO
di Marco Lovisco
www.dueminutidiarte.com
Ottocento è stato un secolo di passioni e grandi ideali, di speranze e turbamenti che hanno fatto la storia, quella delle nazioni di sicuro, ma anche quella dell’arte. In I- talia l’Ottocento è il secolo del Risorgimento, di Mazzini e Garibaldi, ma non dimentichiamo che è stato anche il secolo di Francesco Hayez e Giovanni Segantini.
La mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”, ai Musei San Domenico di Forlì dal 9 febbraio al 16 giugno 2019 rende merito proprio a due dei più grandi interpreti di quegli anni, così diversi tra loro ma complementari nel raccontare un secolo di grandi mutamenti. Oggi vi racconto la storia di Francesco Hayez, passato alla storia per un Bacio, tra i più belli della storia dell’arte, che non è solo un gesto di passione tra un uomo e una donna, ma è il rischioso pegno di amore di una nazione intera che aveva deciso di mettere da parte la paura per inseguire un’ideale.
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1. Il pittore Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882) è uno dei principali esponenti del romanticismo storico, grazie ai suoi dipinti in cui gli ideali del Risorgimento legati al concetto di patria e libertà vengono rappresentati attraverso soggetti che appartengono ad un passato epico e lontano.
2. Francesco Hayez ha umili origini, tanto che i genitori, quando è ancora bambino decidono di affidarlo ad una sorella della madre, sposata con Francesco Binasco, antiquario e collezionista di opere d’arte.
3. Proprio lo zio, intuendo le capacità artistiche del giovane Francesco, lo impiega come restauratore per le proprie attività commerciali. Hayez però non seguirà la carriera da restauratore ma andrà a bottega dal pittore Francesco Magiotto e poi frequenterà tra il 1803 e il 1806 i corsi di pittura della Nuova Accademia di Belle Arti di Venezia.
4. A diciotto anni Hayez vince un concorso indetto dall’Accademia di Venezia e si trasferisce a Roma, dove conosce il celebre scultore Antonio Canova, che assume per il giovane Francesco il ruolo di guida e protettore. A Roma Hayez riesce a mettersi in mostra, collezionando premi e riconoscimenti. A ventidue anni dipinge l’opera “Atleta Trionfante” (1813), che gli consente di vincere l’ambito premio “Mecenate Anonimo” e nel 1814 realizza il dipinto “Rinaldo e Armida”, una delle opere più appezzate di questo periodo.
5. Negli anni romani Hayez si divide tra il lavoro e lo svago, tanto che lui stesso confessa: “Dirò che chi mi vedeva allo studio e poi in compagnia avrebbe trovato due uomini ben diversi”. Sarà proprio questa vita sregolata a fargli lasciare Roma per un po’: intreccia infatti una relazione con una donna sposata fin quando non viene aggredito dal marito della donna. Su consiglio di Canova decide di lasciare la città, per non destare scandalo.
6. Nonostante questa disavventura, Hayez nel 1815 è ormai un pittore affermato. Dipinge per Gioacchino Murat l’opera “Ulisse alla corte di Alcinoo” e, quando il generale francese viene fucilato e tornano al potere i Borbone, spedisce l’opera al re Ferdinando I a Napoli.
7. Saranno gli ambienti intellettuali di Milano a fare di Hayez un artista “impegnato”. Si trasferisce nella capitale lombarda nel 1818 e conosce Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi ed Ermes Visconti, alfieri del romanticismo e ferventi patrioti. Hayez prende a cuore questi ideali e si mettere al lavoro per realizzare alcune delle sue opere più celebri: “I Vespri siciliani”, “Aiace d’Oileo” e “Il bacio”, opera considerata simbolo del romanticismo italiano.
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8. Esistono tre versioni de “Il bacio”, in ognuna delle quali a variare è il colore dell’abito della donna. La prima versione viene realizzata nel 1859, tre mesi dopo l’ingresso trionfale a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III. L’abito della donna è di colore azzurro per riprendere i toni della bandiera francese, mentre l’uomo indossa il verde e il rosso dell’Italia: l’opera è quindi un simbolico bacio tra le due nazioni, alleate per liberare il regno Lombardo Veneto dal giogo austriaco. Nella seconda versione (1861) l’abito della donna è bianco e, con il verde e il rosso dell’abito dell’uomo, riprende i toni del tricolore italiano. Probabilmente Hayez realizza quest’opera per contestare gli accordi intessuti tra il governo francese e quello austriaco, e per ribadire che l’Italia avrebbe riscattato la propria indipendenza senza l’a- iuto di altre nazioni. Nella terza versione, quella del 1867, ritorna l’azzurro nell’abito della donna, ma a fianco dei due amanti c’è in terra un velo bianco.
9. L’uso di personaggi mitologici e di scene ambientate in un passato lontano e indefinito è una tecnica a cui Hayez ricorre spesso per rappresentare e divulgare gli ideali del Risorgimento evitando la censura dell’oppressore “austriaco”. Del resto era un escamotage usato anche da molti altri artisti dell’epoca: celebre a questo proposito è l’opera Nabucco di Giuseppe Verdi, con il suo “Va, pensiero” considerato inno del Risorgimento. Gli italiani infatti assistendo all’opera che narrava la storia degli ebrei sottomessi al dominio babilonese, rivivevano il loro dramma di popolo sottomesso ad un dominatore straniero.
10. Oltre che per i dipinti con soggetti epici e mitologici, Francesco Hayez è celebre per aver ritratto gli uomini più famosi del suo tempo: tra tutti sono noti i ritratti di Alessandro Manzoni e di Camillo Benso conte di Cavour.