“due minuti di arte”

In due minuti vi racconto la storia di Leonardo da Vinci,  il “Genio del Rinascimento”

Di Marco Lovisco
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S
apete perché una persona di grande intuito, talento e creatività viene definita “genio”? Perché con questa parola anticamente si indicava una divinità con poteri ultraterreni.
L’essere umano quindi, posseduto da questa divinità, diventava capace di compiere imprese straordinarie. In un certo senso la “genialità” non era merito dell’uomo, ma del genio che ne prendeva possesso.
Sicuramente il grande Leonardo non avrebbe creduto a questa storia, convinto che l’uomo e solo l’uomo sia artefice delle proprie azioni, capace nel corso della vita di compiere opere straordinarie grazie al talento donatogli da madre natura ma soprattutto grazie allo studio, al sacrificio, al coraggio e alla perseveranza.
Leggendo la sua storia infatti scoprirete che la Gioconda non è l’opera di un giorno, ma di una vita di studio, viaggi, successi e umiliazioni. Ve lo racconto in due minuti.
leonardo 21. Pittore, scultore, inventore, ingegnere militare, scenografo, anatomista, pensatore, uomo di scienza: Leonardo da Vinci (Anchiano, 1452 – Amboise, Francia, 1519) è considerato uno dei geni dell’umanità. Nessuno come lui è riuscito ad incarnare le pulsioni e le passioni che hanno reso grande il Rinascimento.
2. Leonardo era mancino. Scriveva i suoi appunti al contrario (da destra verso sinistra), in modo da poter risultare comprensibili solo se riflessi in uno specchio.
3. Da giovane Leonardo andò a bottega da Andrea Verrocchio, maestro anche di Botticelli. Bastò poco al giovane artista per dimostrare le sue qualità. La leggenda (stando a quanto scrive lo storico dell’arte Giorgio Vasari) è che un giorno l’allievo disegnò un piccolo angelo così bene che il suo maestro, vedendolo “mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui”. Probabilmente è un’esagerazione e per fortuna Verrocchio continuò a dipingere ancora a lungo, ma questa storia dice molto del talento innato di quel ragazzino toscano.
4. All’età di venticinque anni l’ascesa di Leonardo rischiò di fermarsi per sempre. Nel 1476 venne infatti denunciato per sodomia, accusa gravissima all’epoca. La denuncia venne ritirata ma l’avvenimento lasciò una macchia indelebile sulla carriera dell’artista.
leonardo 35. Quattro anni dopo Leonardo venne infatti escluso dal gruppo di artisti che nel 1480 Lorenzo de’ Medici inviò al papa Sisto IV per affrescare la Cappella Sistina. Deluso, decise di lasciare Firenze e smise di dipingere (per fortuna ritornò sui suoi passi, altrimenti non avremmo mai avuto capolavori come la Gioconda).
6. Leonardo era affascinato dal funzionamento del corpo umano, tanto da giungere a sezionare cadaveri per i suoi studi anatomici. Tale pratica, all’epoca considerata al limite della blasfemia, permise a Leonardo di disegnare il corpo umano con un realismo sconosciuto ai suoi contemporanei.
7. Secondo alcune fonti, pare che Leonardo fosse vegetariano per amore degli animali. Alcuni sostengono che al mercato comprasse gli uccelli in gabbia al solo scopo di liberarli. Ha detto: “I nostri corpi sono sempre più le tombe degli animali”.
8. Le opere più famose di Leonardo sono la “Gioconda”, la “Vergine delle Rocce”, la “Dama con l’ermellino”,
l’“Ultima cena” e il “Cavallo di Leonardo”, un’imponente scultura mai realizzata a causa della guerra che coinvolse il suo committente, Ludovico il Moro, duca di Milano. Il bronzo necessario per l’opera, fu infatti fuso per realizzare cannoni.
9. A proposito della Gioconda, sfatiamo un mito: i francesi non hanno mai rubato quell’opera, la porto con sé lo stesso Leonardo quando lasciò l’Italia per andare a Parigi. Fu invece un italiano a rubare il dipinto nel 1911. Si chiamava Vincenzo Peruggia e commise il crimine per “patriottismo artistico”, come spiegò in tribunale. Pensate che nelle indagini furono sospettati del furto e condotti in commissariato anche alcuni giovani artisti che vivevano a Parigi in quegli anni, tra cui il grande Picasso!
10. Un’ultima curiosità, che ci dice molto dell’umorismo tagliente del grande Leonardo; si racconta che, mentre dipingeva l’Ultima Cena, al priore che gli metteva fretta perché completasse l’opera, Leonardo rispose: “Ho difficoltà a trovare un modello per il volto di Giuda, se si presta lei potrei terminare l’opera più rapidamente”. Il priore rifiutò e preferì adeguarsi ai tempi dell’artista.