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Gost, Opere con oggetti "ibernati" per il futuro...

BIRO CON RESINA 006247 cm40x30 2017 mig IMG 7649Il tempo non è una corda che si può misurare a nodi,
il tempo è una superficie obliqua e oscillante che solo la memoria riesce a far muovere e avvicinare.
(José Saramago)


di Giorgio Barassi


Lattine di oli per motore, bottiglie, biscotti, chiavi, banconote, biglietti di aereo e ferroviari, orologi, perfino peperoncini, Baci Perugina e ghiaccioli. Tutto finisce sotto la confezione trasparente delle resine usate da Gost per urlare che il tempo va fermato nell’idea di non dimenticarne i contenuti, pur se si deve vivere nel presente e pensare al futuro. Prima pittore, poi performer, quindi ironico ammonitore, decisamente dentro il senso della contemporaneità dell’Arte, Giorgio Gost ha lavorato all’idea di salvare gli oggetti per il tempo a venire pensando nientemeno che all’ anno 6000. Lo ha fatto seguendo un percorso Pop senza atteggiamenti per forza stravaganti, immobilizzando vecchi prodotti in scatola o in latta, parte del nostro pregresso e testimonianze di civiltà, del consumismo e dell’avvicendarsi delle stagioni della vita. Quasi tutto è finito sotto quelle coperte rigide e trasparentissime che sembrano tenere insieme quello che ci è stato dato di tenere in mano, di usare o di guardare, alla faccia dello scorrere della vita. Senza un passato BIBITE CON RESINA SALVATE PER L ANNO 6.000 cm60x40 anno 2018 Coca Cola in verticale FantaSan Bendetto pesca non esistono più come questea cui ricondursi, il futuro non ci sarà. E il dato del tempo trascorso è l’unico, per quanto immodificabile, di cui disponiamo per avere contezza di ciò che è stato, l’unico punto fermo della triade composta da ciò che è accaduto, quanto accade e quanto può accadere. A leggere nel suo lavoro solo la nostalgia o un malinconico rigurgito vintage, si sbaglia. Gost ha ben presente il domani, sa che deve controbattere alle incertezze con le certezze e sa anche che quello che avvenne non è l’unica via per evitare brutte sorprese. Ma sa anche che gli oggetti, se ben conservati, possono rendersi efficaci e vivi come quando c’erano e ci circondavano.
Una avanzata teoria del miglior rispolvero e della miglior conservazione, si direbbe. Una antica riconoscenza verso quei principii che facevano conservare tutto ed anche troppo ai nostri nonni, spaventati dall’incombente ed imprevedibile abbattersi di una sciagura. Ma anche una consapevolezza del passato che ha dato gioia e lustro alle capacità dell’ uomo e un rispetto verso il tempo andato, che costituisce una forma di arte popolare e perciò intimamente connessa ai canoni essenziali e fondanti della Pop Art. Confluiscono in una direzione unica tutti gli oggetti (ma sarebbe corretto chiamarli soggetti) che Gost prende in esame e cristallizza per un sempre incalcolabile, benché l’anno 6000 sia indicato come una scadenza. In questo modo i maccheroni, le scatole di conserva, le lattine di bibite ormai hors d’usage, le monete e qualsiasi altro oggetto di uso o conoscenza diffuse finiscono sotto quel velo così compatto quanto delicato. Le situazioni, poi, concorrono ad irrobustire l’esigenza del performer emiliano, che lancia l’idea di salvarsi portando con sé qualcuna delle sue opere, perché una forma di sopravvivenza sia possibile accedendo al punto critico di quei contenitori, per aprirli e usufruire di quanto è stato da lui infilato lì dentro. La disavventura del terremoto in Emilia, che ha tormentato quelle terre nel 2012, lascia a Gost lo spazio per la solita ironia intelligente di cui è dotato, e gli fa suggerire di portarsi dietro una delle sue opere che contengano alimenti, perché rompere quelle teche massicce assicura un minimo sostentamento a chi si rifugia evitando di tornare in casa. Esorcizzare i mostri come il tremare della terra è un atto di profondo affetto verso la sua gente, è la battuta caustica del signore in bicicletta che pedala per Parma e non si trattiene alla vista di una bella dama con le gonne al vento, o risponde col sorriso agli amici seduti davanti al bar mentre lo sfottono.
Gost caramelleCon Gost il Pop assume un ruolo umano, più popolare e per niente snob o presuntuoso. Una Popular Art che contiene in sé il senso del rispetto verso ciò che davvero è popolare e che tutti conosciamo. Ma che, per esempio, le nuove generazioni non sanno neppure cosa sia. E allora una lattina di Olio Fiat col suo omino in tuta bianca o quella giallissima di Shell motor oil riportano ai tempi eroici di vecchie officine, di Gran Premi o rally in cui tutto accadeva per mente e mano umana e non per calcoli di un computer. Come è giusto che sia, la tecnologia deve essere presente e viva in un tempo che non ne può fare più a meno, ma il romanticismo degli oggetti andati ha un fascino che lì dentro, in quelle forme nette e limpide, restituisce l’anima del tempo e il suo valore.
Gost ha ingabbiato, senza un minimo di catena e con molto cuore, anche documenti come le sue “Bolle”, le antenate del Documento di Trasporto, fatture battute a macchina dalle Underwood con l’inchiostro blu, biglietti di vecchi spettacoli e tanto altro. Un eternare che non ha infinita durata. La scadenza del 6000 è certo lontanissima, ma c’è, e così si da un tempo a ciò che è stato, in una consapevolezza dell’effimero che però dura e si salva solo se lo vogliamo. Anche qualche suo collega è finito nella sua cristallizzazione, come per usare un sistema moderno e un linguaggio attuale e personale, finalizzato al “d’après” o all’ “omaggio a…” che non tradisca il dettame di quell’urlato “Stop Time!” (claim usato da Gost in più occasioni espositive) e che serve a farci riflettere e a farci fermare consapevoli di non poter bloccare l’avanzata del tempo che corre. è solo un intimo momento di dolcezza del ricordo e di riscoperta dell’identità. Una interpretazione non selvaggia del “come eravamo” che scarta la malinconia e sollecita un sorriso, sia anche di complice annuire al rimpianto della gioventù. In fondo, quello che si chiede al Pop è di tornare ad essere com’era quando ne iniziò l’avventura. E forse per questo il ricorso al revival e la tenuta immortale di certe canzoni fanno ancora testo e proseliti, stanno già nella storia e non muteranno la loro forza.
AFTER FONTANA OMAGGIO A LUCIO FONTANA 2184 cm 60x50 2016 IMG 5307E non poteva mancare, tra le molteplici avventure del “Cristallizzatore”, la musica. E così Gost ha aderito al progetto CalifArte, una maniera per rendere in arte visiva i testi delle canzoni del cantautore e poeta Franco Califano. Da lui sono stati resi “visibili” due testi profondi e dissacratori: “Tutto il resto è noia” e “Capodanno”. Il performer ha dato spazio al divoratore di musica, abituato però più al rock ma riconoscente verso i grandi della musica italiana. Perciò ha preso un doppio LP in vinile del Maestro, un live degli anni ottanta, e lo ha chiuso in una struttura limpida che fa trasparire qualche grinza nelle resine utilizzate, come a segnare le cicatrici della vita di Califano e la sua storia. Poi ha dolcemente imprigionato una bottiglia di champagne e una flute rotta, come a testimoniare la certezza che la grandeur ha ben una fine, ma non sarà dimenticata. Nemmeno nell’anno 6000.
E'fatto così Giorgio Gost: un sarcastico, accomodante emiliano, pacifico e riflessivo, che azzanna e rimprovera con dolcezza, con la pienezza della nostalgia e secondo le regole non scritte di chi opera su ciò che è conosciuto a tanti, distinguendosi per originalità e garbo. Il tempo può passare quanto vuole, noi, grazie a Gost, saremo salvi e non dimenticheremo.
AFTER FESTA OMAGGIO A TANO FESTA CORIANDOLI cm80x60 2016 B IMG 1339