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L’Arte Rivela ciò che la storia omette

di Valentina D’Ignazi
"Un bambino sulle spalle di suo padre: nessuna piramide o colonna dell’antichità è più alta…”
(Fabrizio Caramagna)
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La forza che nasce e cresce dentro di noi giorno dopo giorno, il pilastro portante della nostra esistenza, il nome che scrive la nostra storia nel mondo e che sfuma nella vita con il nome di “papà”. La paternità è il ruolo più incredibilmente affascinante e complesso che l’uomo possa vivere su questa terra, con l’incoerente paura di non essere all’altezza. L’arte racconta negli anni questo legame in tutta la sua semplice bellezza, elogiando l’uomo nella sua più intima identità.
La rappresentazione del rapporto padre-figlio , ad eccezione di alcuni dipinti che illustrano la sacra famiglia con la figura di San Giuseppe, è molto marginale. Nell’antichità infatti la figura primordiale e più significativa di tutto veniva rappresentata da quella della madre, infatti Giuseppe era presente solo per assistere al miracolo di cui era protagonista la Vergine Maria. Per anni la figura materna è il fulcro essenziale di ispirazione per molti pittori e scultori, la figura paterna appare solo successivamente. Fino al XIX secolo infatti, il padre viene ritratto con tutta la famiglia, come capostipite, come simbolo imponente di ciò che realmente rappresenta: il capo, la genesi... dove intorno ruota tutto ciò che gli appartiene, tutto ciò che protegge e che sarebbe disposto a difendere a costo della propria vita.
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Osservando le varie immagini in questo articolo si può notare come la figura paterna acquista rilievo e luce propria nel tempo. Si passa infatti da una figura marginale ad una figura rilevante nella collettività, fino ad arrivare dopo il novecento ad essere l’unico emblema in alcune rappresentazioni moderne. Si passa così da un idea di famiglia ad un’idea maschile che si allinea con la stessa importanza a quella femminile, con quella parità sessuale artistica che per assurdo ha una bizzarra incoerenza nella storia. L’arte si allinea cosi alla realta’,alla nostra quotidianità, all’attuale espressione di un rapporto che fin’ora è sempre stato indefinito o poco trattato. Queste opere rappresentano infatti, per la prima volta, l’unica vera fragilità della figura maschile: un figlio. L’uomo diventa così vulnerabile ed osservando sculture e dipinti di molti artisti contemporanei che rappresentano la bellezza della paternità, si può osservare quanto amore ci può essere nel cuore di un padre e quanta continuità di storia ci può essere negli occhi orgogliosi di un figlio.