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Rita Lombardi - Arte e scienza

di Giorgio Barassi
I più grandi scienziati sono anche degli artisti. (Albert Einstein)

Sembrerebbe tutto chiaro, come è nel pensiero del genio. Spiegare non tanto le differenze quanto le intime connessioni tra i due termini Arte e Scienza prevederebbe lungaggini che sfociano nel noioso, irrimediabilmente. Per dire di Rita Lombardi non si deve neppure scomodare una eventuale gara fra l’uno e l’altro vocabolo e i loro contatti, perché le sue opere, tutte, non hanno ascoltato solo la voce della ispirazione e della attenta costruzione, ma prevalentemente dipanano la loro forza da una ferrea conoscenza di regole scientifiche, ed è come se l’una cosa completi l’altra e viceversa. Pensi alle opere dedicate al suo ciclo dell’Impossibile e ti viene in mente che il documento che le illustra parla di quanto sia stato limitante, per l’uomo che osserva e non guarda solamente, pronunciarsi circa l’impossibilità o la impensabilità di certe vicende, poi regolarmente accadute. La scienza ci ha portati sulla luna, ci permette di scrivere, telefonare, scattare foto e consultare internet da un unico dispositivo e riserva conquiste ritenute a priori impossibili. Dunque Rita afferma che “Impossibile è solo un modo di pensare” e che i limiti al pensiero-che-costruisce sono davvero inutili.
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Da questo nascono opere dalle figure geometriche (il suo, per mera classificazione, è astrattismo geometrico) basate su fantasiosi allacci tra cubi ed altri cubi, arditi parallelepipedi policromi affacciati su altre figure, curvilinee sagome incastonate in un campo prevalentemente bianco. E non basta. La conoscenza ha un valore enorme per la Lombardi. I titoli di certe sue opere, come “Ostia antica”, ad esempio, evocano fatti ed osservazioni note al tempo dei Romani, quando il cubo inserito in un particolare sfondo dai tratti rigorosamente geometrici non dava maniera di individuare visivamente un solo cubo, ma due immagini dello stesso. Tridimensionalità nota nei secoli. Potremmo proseguire all’infinito, perché le forme geometriche (chiamarle ancora figure, per quanto corretto, sa di manuale di geometria) solide o spesso piane diventano altro, si vedono affiancate, accoppiate e schierate addirittura. È un continuo allargarsi ed espandersi di concetti chiari all’artista, che pian piano danno vita alla curiosità di chi osserva, destano interesse proprio perché sottratte congenitamente ad una classificazione spicciola. D’altronde Rita Lombardi inizia le sue opere da scelte di tele particolari, costruite e intelaiate con un lavoro artigianale figlio di calcoli ed esperienza. Ed anche i colori, mai esagerati, sempre pieni di un garbo che li rende silenziosi e fattivi protagonisti di opere uniche perché convintamente pensate sulla base di un convinto amore per l’Arte, sono figli di scelte precise, mirate, accortissime. Questo dovrebbe essere regola per chiunque pratichi l’arte del dipingere, ma il disordine creativo ha dettato altre norme non scritte, e con la Lombardi si torna ad una descrizione organizzata, senza rantoli creativi.
…Compongo un quadro attentamente partendo dalla griglia basata sugli assi ortogonali e sulle diagonali, determinando il perno dell’opera: è questa la struttura geometrica sottesa alle opere dei pittori fin dal 1400 e consigliata da Leon Battista Alberti che, tra l’altro, propose di applicare alle arti plastiche i rapporti musicali 1/2, 2/3, 3/4, giudicati armoniosi da Platone nel Timeo… Lo scrive lei stessa, e testimonia l’avamposto scientifico nell’atto creativo, ma questo non toglie nulla al senso ed al significato stesso del suo fare pittura.
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…Sono convinta, però, che soltanto un’umanità che scelga di seguire la razionalità, ami la vita e non sia preda di emozioni violente e quindi sia impegnata in una evoluzione spirituale, possa correttamente usare l’enorme potere che la scienza e la tecnologia offrono... E lo scrive ancora lei, confermando l’intrecciarsi del pensiero e delle regole, che non si sottraggono, così combinate, all’umana emozione.
…L’uomo può evolvere solo tramite continue rinascite e devono essere vite di tenace impegno dedicate al raggiungimento di questa meta, il Divino che è in noi e fuori di noi … È ancora lei stessa a chiudere il cerchio di una combinazione mai ingiustificata, piena di sano illuminismo che non crea veli alla potenza creatrice di un artista. I colori sono scelti con cura, debbono avere tonalità luminose, come a spiegare che ogni tratto ed ogni parte dell’area delle sue forme deve avere una ragion d’essere lì, esattamente per le ragioni che ne hanno determinato la scelta.
…Dipingo col desiderio che i miei quadri portino vitalità e vivacità in animi anestetizzati da rumore e stress… E così possiamo dire che il “freddo calcolo” assume calore, si fa pittura e dialogo, racconto e sintesi. L’astrattismo di Rita Lombardi, ad onta del termine “astratto”, è concretamente saldo su un terreno di scienze e galleggia beato tra le nuvole della creazione ispirata di un dipinto.
Giorgio Barassi