I Tesori del Borgo

BOVA
Nel cuore dell'Aspromonte. Tra arte, storia, antichi miti e
paesaggi paradisiaci:
“Nido di falchi, culmine di altezza cui giunge solo il buon camminatore, sogno d’un leggendario costruttore ch’eresse opra di forza e di bellezza…”
(dalla Poesia “Bova” di Domenico Napoleone Vitale, poeta classico della Calabria Greca).
di Enza Cavallaro

La strada s'inerpica fino a 820 metri con grinta. Alle spalle la suggestione dell'azzurro Jonio. Il sole si diverte a fare giochi di luce. Riflessi di ali argentate attraversano la stretta striscia di asfalto. I primi contrafforti dell'Aspromonte prendono forma come creta modellata dalle mani dell'uomo. Pieghe di un vestito dai fili verde, arancio, grigio e oro. Bova, solitaria, si aggrappa al roccione che la sorregge da tempo immemorabile sgretolandosi poi ai piedi del castello. Dietro svetta una spalliera di pietra a strati, roccaforte della natura. Le tegole delle case scivolano sui sentieri battuti dal viaggiatore.”
(Edward Lear, Diario di viaggio in Calabria e nel Regno di Napoli, 1852).
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ova, la Chôra, collocata in cima ad un panoramico monte di 850 metri s.l.m., appare da lontano come un grumo di case addossate ad un’enorme roccia. È situata al centro del versante sud dell’Aspromonte, nella parte in cui l’estremità meridionale della catena montuosa degli Appennini incontra il Mediterraneo, di fronte alle coste siciliane, lì dove il mare Jonio unisce l’Aspromonte all’Etna.

È raggiungibile da Reggio Calabria o Catanzaro percorrendo la S.S.106 Ionica in macchina oppure in treno. Giunti a Bova Marina si abbandona la litoranea e si imbocca, all’altezza dello stadio comunale, una strada che in nove agevoli km porta al paese. Un percorso alternativo ma bello, anche se più impegnativo, è la tortuosa vecchia Provinciale che sale a Bova dal bivio di Bova Marina in 14 Km.
La Chora è un piccolo scrigno di storia, miti e monumenti. È ricca di bellezze naturali, con i suoi terrazzamenti e i suoi panorami, è semplice e silenziosa, tutta da godere girovagando tra le strette vie del suo centro medievale. Si può apprezzare la cordiale ospitalità della gente, godere dell’azzurro cielo e dei colori del sottostante mare, gustare la sua genuina cucina.
L’unico invito è rispettare questo luogo col silenzio e la pulizia per contribuire a mantenere il suo fascino e a creare un fruttuoso rapporto di amicizia con il luogo e i suoi abitanti che salutano con il suono della antica lingua: Elàste me agàpi, amèste me irìni ce ighìa (Venite con amore, partite con la pace e la salute).
Chi giunge nella Chora incontra lei: la locomotiva a vapore Gr 740/054, che è stata collocata il 14 dicembre del 1987 ed è l’unica locomotiva a trovarsi a 8.50 m. s.l.m. Bova è caratteristica per le sue antichissime tradizioni di cultura e di arte, ricordiamo che è uno dei Borghi più belli di Italia pregiata pure della Bandiera Arancione ed è gioiello di Italia.
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Continuando la passeggiata, si incontra il sentiero della civiltà contadina, un museo all’aperto nel comune di Bova, un percorso che si snoda nei vicoli, dove sono stati installati i principali strumenti di lavoro della cultura contadina: macine da mulino ad acqua e a trazione manuale, torchi e presse di frantoio, abbeveratoi per animali, palmenti per pigiare l’uva, torchi per estrarre l’essenza del bergamotto e molti altri oggetti appartenenti all’antica civiltà agricola della Civiltà contadina è un viaggio nella storia personale di un uomo e, allo stesso tempo, nella cultura collettiva di un territorio. Bova conserva molti beni culturali: la chiesa di San Leo (XVII sec.) con statua marmorea del santo del 1582; la chiesa dell'Immacolata (XVIII sec.); la chiesa di Santa Caterina, con statua marmorea della Madonna col Bambino (1590) proveniente dalla chiesa dello Spirito Santo (XVI sec.); la chiesa di San Rocco; la cattedrale di Santa Maria Isodia (presentazione di Maria Vergine), che custodisce una statua marmorea della Madonna col Bambino, opera di Rinaldo Bonanno (datata 1548) e poggiante su un blocco raffigurante lo stemma di Bova; palazzi della cultura; il museo della lingua greco calabra “ Gherard Rohlf”; i ruderi del castello normanno.

Nella parte alta del castello si può vedere incisa nella roccia un'impronta che secondo una leggenda antichissima, sarebbe quella della regina che abitò il castello, che fece incidere il suo piede come simbolo del proprio potere. Le antiche origini della città di Bova sono testimoniate dai numerosi ritrovamenti archeologici rinvenuti in prossimità del maniero risalenti al periodo neolitico, anche se le prime testimonianze storicamente documentate sull’esistenza di Bova risalgono ai primi anni del secondo millennio, quando tra il 1040 ed il 1064 i Normanni si imposero su Arabi e Bizantini nella dominazione della Sicilia e della Calabria. Del periodo neolitico si ha traccia anche nel sito di San Salvatore che fu scoperto nel 2003 in seguito a una ricognizione di superficie e a prospezioni geofisiche (magnetometro e resistività). San Salvatore è un insediamento fortificato situato sulla cima pianeggiante di un colle, a 1260 m sul livello del mare.
Tra i dodici siti e manifestazioni selezionati come “Meraviglie della Calabria” è stata scelta anche la Festa delle Palme (oppure Pupazze o Persephoni) di Bova come manifestazione della tradizione culturale.
L’usanza si manifesta come un momento di collettiva sacralità popolare, e consiste nel portare in processione, fino al santuario di San Leo, principale chiesa di Bova, delle grandi statue femminili “scolpite” con foglie di ulivo.
E’ la valorizzazione di un antico borgo che ha resistito nei secoli alle invasioni di popolazioni straniere, alle calamità naturali, agli stravolgimenti della modernità e che continua con fierezza e orgoglio a rappresentare un’eccellenza della Calabria e dell’intero Paese.